Introduzione di Mario La Rocca
Trovare le parole giuste per descrivere un ciclo di eventi prestigioso come il Segesta Teatro Festival è particolarmente difficile. Forse è più corretto rivolgere il pensiero quindi ad un metodo di lavoro che con impegno costante e continuo ha permesso di raggiungere risultati importanti.
Una parola appropriata che possiamo prendere in prestito è sicuramente cammino, inteso nell’accezione di percorso condiviso con il territorio che avvolge il Parco Archeologico di Segesta.
Un cammino lento e faticoso, in questi anni, ci ha restituito risultati di tutto rispetto con numeri in crescita, apprezzamenti dagli spettatori, da coloro che abitano ed amano l’antica terra degli Elimi.
Le rappresentazioni teatrali, coreutiche e musicali sono diventate il pretesto per rendere vivi spazi architettonici, per coinvolgere la gente comune, per ricostruire l’amore antico per il teatro che i Greci ci avevano insegnato e per creare nuove fonti di interesse e di economia. Per raggiungere questi risultati abbiamo usato un’altra parola di grande valore: la passione che è diventata l’ingrediente indispensabile per raggiungere nuovi orizzonti e nuovi successi. Tutto quello che abbiamo preparato in questi mesi e che proponiamo è lo specchio della vita e della storia, lette non come semplici finzioni teatrali, ma come trasposizioni della realtà quotidiana in uno dei periodi più complessi contrassegnato da epidemie, guerre, cambiamenti climatici e da un’economia mondiale in subbuglio.
Viva allora il Segesta Teatro Festival, in tutte le sue accezioni, che ci consente di cambiare prospettive, crescere e migliorare in simbiosi con la natura e con il mito.
Mario La Rocca
Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali e Identità Siciliana